Elena Hartgering - "La mia storia"

 

Inviato a: Ex devoti di Sathya Sai Baba

Data: 9 marzo 2002

Data del documento: 8 novembre 2000

 

Ho permesso che questo scritto venisse pubblicato su Internet con il mio nome ed il mio indirizzo e-mail perchè vorrei cominciare un dialogo con gli ex devoti e specialmente con i colleghi che hanno lasciato il culto di Sai Baba. E' venuto il tempo per me di guarire le mie ferite e di andare avanti. Sto cercando degli individui che vogliano condividere questo processo. Forse insieme possiamo scoprire dei metodi che aiuteranno gli altri che lottano per liberarsi dalle abitudini inculcate dal culto. Risponderò ad ogni domanda seria. Sono triste poichè tanti cosiddetti difensori di Sai Baba ricorrono ad un linguaggio offensivo e e-mail piene di odio. Credo nella legge universale che dice "Ciò che fai, ti sarà fatto". Se vi viene in mente di mandare mail cattive, per favore, non fatelo, ve le ho già rimandate indietro.

Lo scorso luglio, ho letto "The Findings" inserito su Internet da David e Faye Bailey. Essi rivelano che Sai Baba è un imbroglione, ciarlatano, e peggio, un pedofilo. Da allora ho letto la maggior parte del materiale presente su Internet su due diversi siti, così come molte testimonianze delle vittime, un articolo su una rivista pubblicata in Australia, Nexus, ed il lungo articolo pubblicato dal Daily Telegraph (uno dei giornali con la più ampia circolazione nel Regno Unito) il 28 ottobre 2000. Sono stata una devota di Sai Baba per 20 anni, ma mi sono ritirata da tutte le attività ed organizzazioni Sai.

Sono un consigliere professionale abilitato. Lavoro con vittime di abusi sessuali e di incesti. Riconosco immediatamente il tema principale nelle storie raccontate dai giovani uomini che si sono fatti avanti per descrivere la loro vittimizzazione da parte di questo uomo mascherato da Dio. Che la vittima venga dall'Australia, o dalla Germania, Svezia o Stati Uniti, Danimarca o Olanda, tutti descrivono allo stesso modo la condotta sessuale di Sai Baba. Ci sono anche testimonianze di giovani uomini nella mia comunità che dicono di essere stati toccati in modo non appropriato da Sai Baba o ne conoscono altri che lo sono stati. Questa è una enorme violazione di fiducia, specialmente se si considera il potere diverso tra un dichiarato Avatar (Dio incarnato) ed un giovane che lo ritiene Dio, quindi fatto di solo bene ed onnipotente. Non solo furono abusati i loro corpi, ma furono violate anche le loro menti ed i loro spiriti.

E' molto difficile ammettere di essere stati vittime di abusi sessuali. E' particolarmente difficile per i giovani uomini e ragazzi riconoscere questa vulnerabilità. Coloro che si sono fatti avanti mostrano una grande quantità di coraggio nella loro volontà di raccontare l'inenarrabile. Quando si arriva all'abuso sessuale dei bambini, ho scoperto che coloro che sono stati abusati e non ne parlano, per la maggior parte, lo fanno per paura di essere sgridati, o peggio, di coercizione da parte delle loro famiglie. Le aggressioni sessuali sono così scioccanti che spesso l'unica difesa emotiva di un genitore è la negazione. Come è terribile per i giovani essere vittime di un crimine così agghiacciante e poi non essere creduti proprio dalle persone che hanno il compito di proteggerli. Il diniego dei genitori, in questo caso, la necessità per i genitori di occuparsi di se stessi invece che dei figli, fa sentire i bambini ancora più colpevoli, ed anche peggio, esonera i colpevoli. Questi giovani non hanno nulla da guadagnare raccontando la loro storia ad un pubblico internazionale, tranne forse il recupero della loro integrità personale, l'auto stima, e la consapevolezza che la loro volontà di smascherare il pedofilo può evitare che altri bambini subiscano la stessa violazione.

Come terapista abilitata, ho l'obbligo di denunciare i sospetti abusi come lo sono dottori, infermiere, insegnanti, psicologi, assistenti sociali ecc. Quando ho cominciato a intravedere la verità sulla pedofilia di Sai Baba, mi sono posta questa domanda: posso giustificare alle autorità la mia adorazione e la mia cieca lealtà per un guru indiano che sostiene di essere Dio da un lato, e pubblicamente viene accusato da vittime di tutto il mondo di pedofilia? Come posso giustificare gli sforzi dell'organizzazione di Sai Baba per sopprimere queste accuse quando per legge sono obbligata a denunciarle?

Il mio viaggio verso Baba è cominciato presto. Da bambina non trovavo Dio nella fede cristiana della mia famiglia. Si parlava di Dio, ma lui era assente. Per quando ebbi 18 anni avevo già tentato tre diverse denominazioni. Delusa, mi dichiarai un'atea ed abbandonai la religione, la spiritualità e Dio a 20 anni. Più tardi, quando avevo oltre 30 anni (era l'anno 1978) seguii un corso di filosofia nel mio college locale ed il mio professore, un ex gesuita, mi fece conoscere Sai Baba. Era un uomo onesto, colto, e saggio. Se egli credeva che Sai Baba era una divina incarnazione, volevo darci una occhiata. Lessi e credetti alle testimonianze di Howard Murphet, un autore australiano, il Dott. Jack Hislop, presidente della Sai Organisation in America, Phyllis Krystal, una psicoterapeuta, il Dott Samuel Sandweiss, uno psichiatra, il Dott. Kasturi, l'interprete ufficiale di Sai Baba e molti altri. Mi affidai ai detti di Sai, "Non sono venuto per iniziare una nuova religione" e "Dove c'è denaro, non ci sono io". Ho applaudito al suo programma "Limitare i desideri" e nel programma EHV (Educazione ai valori umani), quando furono varati. Sai Baba è molto divino nel suo comportamento. Feci 3 viaggi in India, nel 1985, 1995, e 1996. Avevamo programmato di tornarci nel gennaio 2001. Ero ipnotizzata da lui e credevo che non potesse sbagliare. Dopotutto, era Dio incarnato.

Stavo scrivendo un libro, con 7 capitoli già completati, su Baba, il mio viaggio spirituale e la sua compatibilità con la pratoca della terapia psico/spirituale. Mio marito ed io eravamo nella commissione organizzativa della Sthya Sai School a West Hartford, CT e nel campo estivo Sathya Sai a Woodstock, CT. Sono anche stata l'organizzatrice di molti laboratori e ritiri regionali di meditazione tenuti nella nostra regione. Entrambi siamo stati funzionari del locale Centro Sai; ero vice presidente all'epoca delle mie dimissioni nel luglio 2000.

Il Dott. Goldstein e altri ufficiali nell'organizzazione stanno sopprimendo informazioni, ed attaccando gli ex devoti che hanno testimoniato contro Sai Baba. C'è, per esempio, una lettera da una donna in California che fu inviata a tutti i presidenti dei centri. Negli USA, la libertà di parola e di accesso alle informazioni sono diritti protetti dalla legge. Questo materiale non può essere nascosto. La gente alla fine scoprirà, come è successo a noi, e si sentirà doppiamente tradita, intanto da Sai, e poi dall'Organizzazione e dagli altri devoti. Ai devoti di Sai non piace se l'organizzazione viene etichettata come culto, eppure queste sono evidentemente pratiche di culto e tecniche per il controllo della mente.

Dalla prima volta che vedemmo le informazioni su Internet, abbiamo parlato con tre professionisti della salute mentale. In tre separate conversazioni, essi hanno identificato le pratiche del culto, del controllo mentale e delle tecniche del lavaggio del cervello. Queste sono verità che non si possono negare più.

E' angosciante che nè Sai Baba stesso nè i funzionari che sono alla testa dell'Organizzazione vogliano confrontarsi con le accuse. Se lui e l'organizzazione non avessero nulla da nascondere, allora le accuse verrebbero affrontate direttamente, invece che rispondere con i miracoli e la divinità di Baba, e di suggerire di basarsi solo sulla propria esperienza. Quando la gente comincia a pensare indipendentemente queste storie perdono il loro impatto. Tutte le storie dei miracoli hanno cominciato a diventare sospette e vengono seriamente messe in dubbio da un crescente numero di persone. Ultimamente, nascondersi è la più povera delle tattiche, poichè essa indica qualcosa da nascondere, e nei casi peggiori, viene vista come una ammissione di colpevolezza.

Dire che Sai aveva predetto questo in anticipo - "presto molti devoti se ne andranno" - è irrilevante. Questa predica è il risultato del fatto che egli si è reso conto che le informazioni su Internet si sarebbero diffuse ampiamente. Sembra un debole tentativo di salvare la faccia. Le istruzioni di stare lontani da Internet hanno semplicemente suscitato più curiosità tra la maggior parte delle persone. Alla fine questa tattica non funzionerà, tranne che per quelli che non possono o non vogliono capire da soli. Infatti, gli articoli su Internet dovrebbero essere considerati con attenzione, ma il problema qui non è Internet. Il problema è il comportamento di Sai Baba. Nessuno sta negando che tocchi i genitali maschili. La conoscenza di questo è così diffusa che non può essere negata senza che l'organizzazione perda totalmente di credibilità. La gente si illude con commenti del tipo "egli è Dio, non ha intenti sessuali" o "i ragazzi devono essere addestrati in quel senso" o "è un tocco terapeutico, come un dottore". Come può un razionale essere umano credere a questo? Ovviamente i ragazzi che si sono fatti avanti con le loro tragiche storie non accettano queste spiegazioni. Come potrebbero? Come ci ha detto uno psicologo:"Non c'è mai alcuna ragione per toccare i genitali, ad eccezione degli esami medici o per rituali stabiliti come la circoncisione. E' degradante, umiliante, ed una violazione della santità e della privacy del corpo. Il tocco dei genitali ha un solo intento, ed è sessuale". Infatti se Sai Baba è Dio, non ha bisogno di toccare i genitali, cosa che ha fatto per decenni.

Sono state le testimonianze multiple di abuso sessuale di ragazzi e giovani uomini che mi hanno allontanata da Sai Baba. Non c'è cospirazione qui, come qualcuno ha sostenuto; queste persone vengono da molti diversi paesi. La mia decisione è stata rafforzata dalle accuse di false materializzazioni (che io ho visto su un video-tape), il cattivo uso del denaro, ed anche omicidio. Le accuse dovrebbero essere esaminate attentamente nei centri Sai, non essere soppresse o perse nelle nuvole della cieca devozione. E' anche interessante notare che questi nastri non sono stati venduti nelle librerie di Sai Baba per anni. E' perchè i nastri mostrano chiaramente la destrezza di mano di Baba nel creare la vibhuti (cenere sacra)?

Dio è Verità e Luce. Alla fine l'oscurità è scacciata e la Verità è conosciuta da tutti. Una cosa che so con certezza - il male dell'abuso sessuale dei bambini fiorito nella segretezza, nel diniego, nella collusione con coloro che condividono l'autorità del molestatore. Spesso sono le famiglie dei devoti che vogliono evitare la vergogna. Molti sono colpevoli, non solo Sai Baba. Chi vuole parlare contro questo male? Chi parla per i bambini? Qualcuno ha chiesto ai ragazzi che sono stati toccati e molestati sessualmente da Baba se stavano bene? Sono stati guariti, o la loro sessualità ridimensionata?

Io non sono stata personalmente abusata da Baba. Anzi, il mio studio di Dio e della cosmologia si intensificò ed io sono cresciuta nella mia spiritualità. Comunque adesso, conoscendo la verità non posso attribuire a Baba questi insegnamenti nè la mia crescita spirituale. Quando uno prega con un cuore puro, Dio risponde. Baba non è Dio, ma c'è un Dio in questo universo che risponde alle nostre preghiere. Ciò che Baba insegna è la filosofia che si può trovare nei Veda, Upanishads, Bibbia, Corano ed altre sacre scritture. Egli ci ha portati a credere che le citazioni da Bhagavad-Gita, Gandhi, Buddha, Gesù e molti dei saggi e dei santi dell'India siano sue. Non so se Baba abbia creato qualcosa. Gli insegnamenti sono buoni. La sfortuna è che il maestro non riesce a dare il buon esempio e non viva secondo i valori umani che predica. Le sue azioni adesso parlano così forte che non sento più le sue parole.

Anche il primo giorno in cui scoprii che il mio Dio in forma di uomo era un falso ed un criminale, uno schiacciante senso di sollievo oscurò il mio dolore. Adesso capisco perchè. Sono sollevata di essere uscita dall'oscurità alla luce. Dalla falsità portaci alla verità, dall'oscurità portaci alla luce. Sono sollevata per aver trovato il Dio dell'Universo che risiede nei nostri cuori. Sono sollevata di essere di nuovo libera. Prego perchè tutti presto scoprano che la dimora della pace suprema è vicina a noi come il battito dei nostri cuori.

Elena A. Hartgering

 

Il Vuoto

Capitolo 3

Quando lo studente è pronto, l'insegnante arriva. Ho letto questo da qualche parte, o forse l'ho solo sentito dire. E' stato molto tempo fa, non ricordo la fonte. E' una di quelle gemme che si è fissata nella mia mente, solo per riemergere nel momento in cui mi è stato dato un dono di sapienza, in qualunque forma essa possa apparire. Allora penso, oh, si, mi ricordo. Quando lo studente è pronto l'insegnante arriva. Anche se non sembra così a volte, viviamo in un universo benevolo. Quando siamo pronti ad apprendere qualcosa, ci viene fornito un'insegnante. L'insegnante può apparire in molte forme. Per esempio, una assistente per tossicodipendenti e alcolisti, che conosco, stava cercando un metodo per aiutare i suoi clienti ad accedere ai ricordi traumatici dello stadio pre-verbale del loro sviluppo. In un negozio, proprio il libro di cui aveva bisogno cadde letteralmente dallo scaffale e la colpì in testa.

Occasionalmente, l'insegnante è una persona speciale che misteriosamente appare proprio nel momento esatto in cui una lezione è pronta per essere imparata. Talvolta anche noi siamo gli insegnanti, e raramente ne siamo consapevoli. Sono spesso sorpresa quando un  cliente mi ricorda qualcosa che avevo detto e che ha un significato speciale per lui. Se pure lo ricordo, non è nella mia memoria come qualcosa di speciale. Queste situazioni ci ricordano che tutti abbiamo dei doni da dare. In qualunque forma l'insegnante arrivi, è con lo scopo di portare il dono della conoscenza agli studenti che sono pronti a riceverlo. La conoscenza è un dono preziosissimo. Non è vero?

Fu quando avevo oltre 30 anni che ebbi un forte desiderio di raccogliere i fili della mia educazione che avevo lasciato cadere molti anni prima. Fino ad allora, il mio interesse primario era stata la cura della mia famiglia. I miei genitori e nonni stavano avanzando negli anni e diventavano sempre più dipendenti. Mio fratello e mia sorella avevano problemi di salute, quindi il peso della cura degli anziani ricadde sulle mie spalle. Le due figlie di mia sorella erano troppo giovani quando lei fu ricoverata varie volte in ospedale. Quando questo accadde, le ragazze vennero a stare da me.        

Mentre svolgevo le mie faccende quotidiane, continuavo ad affondare sempre di più nei ruoli che gli altri avevano scelto per me. Ero moglie, madre, figlia, sorella, zia, segretaria, bibliotecaria, infermeria, autista, cuoca, lavandaia, assistente sociale, consigliere, donna delle pulizie, giardiniera e molto spesso paciere. Ero molto indaffarata e molto infelice. Qualcosa continuava a rodermi, qualcosa mancava, e non sapevo cosa fosse. Non importa quanto tempo trascorrevo in attività frenetiche, c'erano dei momenti in cui dei pensieri e delle sensazioni indesiderate si facevano strada nella mia mente conscia. Questo di solito accadeva mentre guidavo da un posto all'altro, o mentre cucinavo o lavavo piatti, ma più spesso mentre mi addormentavo o appena sveglia. Queste erano le volte in cui permettevo alla mia mente di scivolare senza impedimenti lungo il suo corso. Queste erano le volte in cui sentivo un profondo senso di tristezza, ed un vuoto così profondo che non potrei descriverlo. Ero circondata da persone circa 24 ore al giorno, eppure ero sempre sola.

La mia gioia era leggere. Questa era una delle cose che facevo per me stessa. Quando avevo un pò di tempo libero, mi perdevo nei libri, spesso leggendo fino all'alba quando il resto della famiglia stava per cominciare un nuovo giorno. I libri erano i miei amici. Essi erano molto più che ore di divertimento. Ero uno studente pronto, ed essi erano i miei maestri. Poi venne un momento in cui avevo bisogno di più che libri. Ero pronta per dell'altra conoscenza, ma non sapevo cosa volevo imparare.

Lo studente era pronto, ed effettivamente l'insegnante apparve sotto forma di un avvocato che stava cercando una persona matura che aiutasse nel suo ufficio. Non ero qualificata per quel lavoro. Non sapevo nulla sulla pratica legale, ma ero sicuramente matura e ben organizzata. Facemmo un accordo, il legale ed io. Egli mi avrebbe insegnato tutto ciò che avevo bisogno di sapere in cambio di un salario iniziale più basso. Dal mio punto di vista, io avevo fatto l'affare migliore. Ottenni un addestramento specializzato da un membro molto rispettato che voleva pagarmi ed anche insegnarmi.

Sarò sempre grata a questo insegnante perchè mi diede molto più che un semplice inizio nella mia carriera. All'inizio non ero capace di molto. Ovviamente la mia autostima era bassa. Il mio legale/insegnante mi incoraggiò a pensare da sola, a sviluppare la mia mente, a tornare a scuola, e soprattutto a rispettare me stessa e le mie abilità.

Incoraggiata dal mio successo nel campo della legge, raccolsi il mio coraggio e chiamai il Dipartimento di Stato per l'Educazione. Prima di poterci pensare, ero seduta a fare l'esame GED. Dopo averlo superato con successo, mi iscrissi in un corso al college della comunità locale, tanto per sondare le acque. Che differenza fa il passare del tempo! Adesso avevo 38 anni ed amavo la scuola. Davvero aspettavo con ansia i mercoledì sera. Non importava quanti altri impegni avevo, non importava quante altre persone richiedevano il mio tempo, non perdevo una lezione se potevo evitarlo. Qualcosa stava cambiando dentro di me. Era una nuova sensazione che non riuscivo ad identificare. Era una buona sensazione che tenevo chiusa dentro di me perchè non mi fidavo di nessun altro per condividerla.

Nel 197o gli assistenti legali ottennero il riconoscimento della comunità legale. In risposta alla domanda di questi para professionisti, i college della comunità crearono un corso di studi biennale che offriva una laurea in scienze insieme ad una certificazione come assistente legale. Il semestre successivo mi iscrissi al programma. Come studente part-time che frequentava una media di due corsi a semestre, mi ci vollero cinque anni per ottenere la mia certificazione.

Durante quei cinque anni ebbi molti bravi insegnanti. Uno in particolare rimarrà sempre nella mia mente perchè ciò che egli mi ha insegnato avrebbe cambiato la mia vita. Benchè fossi più contenta di quanto fossi mai stata, c'era ancora uno spazio vuoto che i miei studi non riempivano.

Ancora una volta lo studente era pronto e questa volte l'insegnante è arrivato sotto forma di un professore di filosofia. Sorrido mentre scrivo questo perchè mi ricordo ancora vividamente quella sera che entrai nell'aula e vidi il Dott Jacobs per la prima volta. Egli era, anche allora, un vecchio signore con tanti capelli bianchi; mi ricordava Albert Einstein. Egli parlava con voce forte e con un accento tedesco. Il Dott. Jacobs metteva tutto se stesso nelle sue lezioni. I suoi discorsi erano ravvivati dai movimenti delle mani, talvolta batteva il pugno sulla mano, o talvolta batteva sul tavolo. Era esuberante e autoritario, e soprattutto un maestro scrupoloso. Le sue domande a scelta multipla erano micidiali. Ogni domanda aveva più di una risposta corretta, e peggio per te se ne sbagliavi una.

Il Dott. Jacobs aveva un modo di dare le informazioni e di introdurre argomenti che sfidava gli studenti a pensare in profondità. In una delle sue lezioni sul conflitto religioso, per esempio, egli disse:" Come sarebbe se voi portaste Gesù al di fuori dei confini della chiesa, e lo trattaste come una entità completamente separata?

Ecco una nuova idea. Non avevo mai pensato di separare Gesù, o Dio, dalle organizzazioni religiose.

Mentre tornavo a casa quella sera, mi ricordai come da bambina amassi il tenero Gesù, il bambino di Betlemme. Anche se ero una atea dichiarata, piangevo ancora incontrollabilmente se guardavo un film che descriveva la crocifissione di Gesù. Quando visitai la Cattedrale di San Francisco a Santa Fe, Nuovo Messico, stetti ipnotizzata davanti alla croce, seguendo con gli occhi il sangue che sgorgava dalla corona di spine sino alle mani ed i piedi del Cristo crocifisso. Cos'era, mi chiedevo? Per la fine del semestre, cominciai a credere di non essere affatto un'atea. Forse agnostica era più giusto. Cominciai anche a capire che il mio ateismo non era tanto un problema di non-credere, ma era rabbia verso il sistema religioso che incoraggiava le guerre sante della mia infanzia.

Notai che il Dott. Jacobs aveva un anello insolito. Una sera gli chiesi se potevo guardarlo. L'anello aveva una banda color oro con un piccolo disco in cima. C'era una immagine di un uomo con tantissimi capelli incisa sul disco. Gli chiesi, chi è?

La sua risposta fu veloce, non mi crederesti se te lo dicessi. E se ne andò, lasciandomi un pò sorpresa. Perchè non gli avrei creduto? Sembrava essere una persona di carattere e di integrità. Alcuni degli studenti pensavano che fosse arrogante, ed anche sgarbato a volte. Ma non ricordo di nessuno che abbia mai messo in discussione la sua integrità.

Mi piaceva la filosofia e le lezioni del Dott. Jacob. Il semestre successivo mi iscrissi ad un altro dei suoi corsi. Non era richiesto dal mio piano di studi, ma potevo prenderlo come facoltativo. Una sera, nelle prime settimane del semestre, rimasi dopo la lezione per chiedere dei chiarimenti sui compiti assegnati per casa. Mentre lui spiegava, i miei occhi caddero sul suo anello misterioso. Brillava al suo dito mentre la sua mano era sul banco. Lo interruppi nel mezzo della frase, Perchè non vuoi dirmi dell'anello?

Egli sembrò preso di sorpresa dalla mia impertinenza. Abbassò la testa po mi guardò e disse: Non mi crederesti.

Io dissi: "Credo in te, perchè non dovrei credere in quello che mi dici?"

Ancora abbassò la testa. Sembrava angosciato dalle mie domande. Mi guiardò ancora e poi disse le parole che avrebbero fatto cambiare totalmente direzione alla mia vita. Egli mi avrebbe introdotto a Dio, ma non come il bambino che aveva paura delle guerre sacre, ma come un adulto pronto a discernere la verità. Le sue parole mi portarono su un sentiero spirituale e tutto nella mia vita cambiò: tutto! Egli disse le parole che alla fine mi aiutarono a ricordare che sono una Sua figlia e lo scopo della mia vita è la ricerca della Verità.

Egli mi guardò e disse:"Non so, forse lui ti sta chiamando. Questo anello fu materializzato dal nulla da Sathya Sai Baba. Tu non crederesti a come cenere sacra, vibhuti, scorre tra le sue dita. Egli è l'incarnazione di Dio ed io l'ho visto con i miei occhi"

Pensai: Hai ragione, non ti credo, ma ebbi la presenza di spirito di restare in silenzio.

Si alzò bruscamente e disse:"Vieni nel mio ufficio".

"Non posso adesso, ho un'altra lezione" dissi.

Egli mi guardò con quel suo sguardo autoritario e disse:"La tua lezione non è importante, vieni con me nel mio ufficio"

Egli mi diede un libro intitolato "Sai Baba, l'uomo dei miracoli" di Howard Murphet e mi disse di leggerlo e di tornare da lui dopo due settimane.

Io protestai, "Dott Jacobs, ho un lavoro a tempo pieno, una casa ed una famiglia di cui occuparmi, e sto seguendo due corsi. Non ho tempo per leggere.

"si, fallo" disse, mentre andava verso il parcheggio.

Lessi il libro in meno di due settimane. E finalmente seppi cosa avevo cercato così al lungo. Capii che il vuoto dentro di me era un vuoto spirituale, un enorme spazio cavernoso che desiderava essere riempito.